venerdì 21 novembre 2008

Giovanni Falcone e il contrasto al crimine organizzato transnazionale

Giovanni Falcone e il contrasto al crimine organizzato transnazionale


In una vicenda – insieme personale e sociale – come quella segnata dal percorso personale di Giovanni Falcone, sono pochi i tratti che a distanza di 12 anni dal suo sacrificio non sono stati ricordati e approfonditi con attenzione. Fra le sue intuizioni più vive e vitali vi è però la consapevolezza della dimensione internazionale che la criminalità organizzata è andata progressivamente assumendo e che ne caratterizza sempre più i caratteri costitutivi e le forme di manifestazione. Pur sulla base di una esperienza che Falcone aveva sviluppato per anni in un contesto geografico specifico e culturalmente definito, egli maturò un antesignano convincimento in merito all'importanza di non trascurare i collegamenti internazionali della criminalità organizzata di tipo mafioso e della possibilità di rintracciare veri e propri caratteri comuni delle principali associazioni criminali che operano su scala internazionale.Di questo suo sguardo saldamente ancorato al locale, ma aperto al globale è lucida testimonianza una conferenza, tenuta presso il Bundeskriminalamt di Wiesbaden (RFT) nel novembre del 1990 e ripubblicata a chiusura simbolica del bel volume che raccoglie gli interventi pubblici del magistrato undici anni fa (edito dall'omonima Fondazione con il titolo Giovanni Falcone. Interventi e proposte: 1982-1992). In essa, Falcone segnalava che “l'apertura delle frontiere all'interno della Comunità Europea favorirà necessariamente l'espansione della mafia e della criminalità organizzata con i sistemi mafiosi”, pur precisando che in tale passaggio si sarebbero verificata una mutazione di alcuni caratteri del fenomeno. Sul piano proposito si concludeva che “la via decisiva che deve essere intrapresa” consiste nella distruzione del “potere finanziario della criminalità organizzata”: da qui l'espresso monito rivolto a “tutti i componenti della comunità internazionale” e relativo alla “necessità di un corrispondente adeguamento della legislazione internazionale e della realizzazione di una costante ed efficace collaborazione internazionale”.L'importanza di obiettivi simili, unitamente al valore esemplare del sacrificio di Falcone per il primato della legge, spiegano la scelta di onorarne la memoria compiuta dall'Unione Europea, dopo che il Trattato di Maastricht aveva assunto la cooperazione nel settore della Giustizia fra le proprie grandi direttrici di intervento. In particolare, sin dal Piano di azione contro la criminalità organizzata del 1997 si era previsto di sostenere finanziariamente studi, scambi, attività di formazione ed altre forme di cooperazione che coinvolgono persone responsabili a vario titolo nella lotta contro la criminalità organizzata. La scelta di intestare tale programma a Giovanni Falcone è stata di alto significato: in tale ambito a partire dal 1998 e per quattro anni la Commissione Europea ha cofinanziato progetti presentati almeno due stati membri su temi attinenti alla criminalità organizzata.In tale cornice un particolare significato ha assunto il Progetto comune europeo di contrasto alla criminalità organizzata, sviluppato fra il 1998 ed il 2001 dalla Città di Palermo - quale realtà storicamente segnata, tanto dalla presenza della criminalità mafiosa, quanto da una intensa e differenziata azione di contrasto alla stessa – in collaborazione con il Max-Planck-Institut für ausländisches und internationales Strafrecht (Freiburg im Breisgau), e istituzioni giudiziarie, scientifiche e amministrative italiane, tedesche e spagnole (*). In particolare, il Progetto comune europeo ha adottato un approccio comparato, quanto agli ordinamenti interessati, e integrato, quanto alle figure professionali coinvolte per approfondire otto ambiti tematici:
l'impegno europeo nel contrasto alla criminalità organizzata, con particolare riferimento alle basi normative per l'armonizzazione dei sistemi penali;
le manifestazioni della criminalità organizzata nei tre Stati-membri considerati: analisi sociologica-criminologica;
l'associazione criminale come incriminazione specifica contro il crimine organizzato: rilevanza normativa, caratteristiche strutturali, campi di attività, forme di partecipazione;
le infiltrazioni criminali nella politica, nelle professioni e nella società: fenomenologia e strategie di contrasto;
i proventi illeciti ed il loro contrasto: riciclaggio, indagini patrimoniali e confisca di beni illeciti;
i collaboratori di giustizia e la legislazione premiale;
gli strumenti processuali di contrasto alla criminalità organizzata;
la reazione della società civile e la prevenzione degli enti locali.
Su tale base, si è proceduto a definire un nucleo ristretto di proposte di norme minime da adottare a livello europeo per un contrasto più giusto ed efficace alla criminalità organizzata. In particolare, le proposte concernono:
la partecipazione ad una organizzazione criminale come modello di incriminazione europea;
un modello di confisca “allargata” nell'ambito della criminalità organizzata;
una disciplina europea dell'impiego di mezzi tecnici per l'intercettazione di comunicazioni private;
norme europee a favore dei collaboratori di giustizia.
I risultati dalla ricerca sono stati pubblicati dalla casa editrice del Max Plance Institut di Freiburg in tre volumi in più lingue, per consentire una maggiore diffusione internazionale del lavoro. Essi sono stati oggetto di dibattiti internazionali e presentati al Commissario Europeo per la Giustizia Antonio Vitorino. Il volume in italiano – con il titolo Il crimine organizzato come fenomeno transnazionale, distribuito in Italia dalla rete di una primaria casa editrice giuridica – ha vinto nel 2002 il “Premio internazionale Falcone-Borsellino” dell'Istituto giuridico per la ricerca comparata. Un riconoscimento che richiama quell'intuizione di Falcone relativa al carattere internazionale della criminalità organizzata contemporanea e che ormai tutte le istituzioni impegnate nell'azione di contrasto al fenomeno non possono più trascurare.

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